Ricordando Paulo Freire

Si é spento qualche mese fa, povero e dimenticato da tutti, Paulo Freire il geniale professore brasiliano autore di un metodo base per coscientizzare ed alfabetizzare le masse impoverite ed oppresse del Terzo Mondo. Nato a Recife - Nordest del Brasile - (la diocesi di Dom Helder Camara) nel 1921, cresciuto in una famiglia dove i genitori appartenevano a confessioni religiose diverse, dai quali apprese il rispetto e la tolleranza verso coloro che non professavano la stessa fede, si laureò in pedagogia all'Università del Pernambuco. Brillante negli studi, non fu mai un intellettuale staccato dalla realtà, fu sempre immerso nella cultura della sua gente, prendendo atto della sconfinata moltitudine di brasiliani che vivevano nell'analfabetismo più totale, preparò - nel 1963 - un piano di alfabetizzazione e di coscientizzazione per tutto il Brasile.

Il golpe militare che si abbatté nel '64 in Brasile, non sopportò a lungo il piano preparato da Freire, non tanto per lo sforzo di alfabetizzazione, quanto per la sottile e costante coscientizzazione che soggiaceva in esso e che portava i poveri ed i diseredati a prendere coscienza con sempre maggior chiarezza dei meccanismi che li tenevano al margine della vita sociale. Venne quindi arrestato per attività sovversiva (sic!) e quindi espulso dal Brasile. Continuò nel Cile di Allende il suo impegno di alfabetizzazione che richiamò su di lui l'attenzione degli studiosi di mezzo mondo, passò quindi negli Stati Uniti finché ottenne un incarico prestigioso presso il CEC (Consiglio Ecumenico delle Chiese) di Ginevra, quale esperto di problemi educativi nei paesi del Terzo Mondo. Fu il don Milani del Brasile e dell'America Latina. L'alfabetizzazione e, tramite essa, la coscientizzazione delle masse povere delle favelas, fu il pallino di tutta la sua vita. Intese l'educazione come una pratica costante della libertà, da questa concezione Freire fondava una nuova pedagogia: la pedagogia degli oppressi, per l'appunto, e tale fu il titolo del libro che lo consacrò figura di spicco sulla scena internazionale e che lo fece conoscere al mondo intero.

L'originalità del "metodo Freire" stava tutta nella coscientizzazione che avviava nelle menti di coloro che partecipavano ai suoi corsi. La sua fu una "rivoluzione amorosa", non violenta, sempre tesa a portare l'individuo a prendere coscienza della sua realtà; il suo metodo "ri-dava la parola al popolo" quella parola che le classi dominanti avevano loro tolto da secoli. Fu anche il pedagogo della speranza, in quanto predicava l'utopia "che é l'unione indissolubile della denuncia e dell'annuncio!". Dedicava i suoi libri "agli straccioni della terra" e a coloro "che pagano nelle prigioni l'audacia di amare". Fu un autentico non-violento attivo. Nei suoi libri presentava senza mezzi termini la radicale differenza tra oppressori ed oppressi, ma ne indicava anche nel contempo il superamento, difatti affermava che non é l'oppresso che deve prendere la cultura ed i comportamenti dell'oppressore, ma viceversa é l'oppressore che deve lasciarsi convertire dall'oppresso.

Questi deve sapere che non solo la sua cultura, rispettosa e solidale ha valore più di quella degli oppressori, ma che il grande compito umanista e storico dell'oppresso é appunto quello di liberare se stessi e liberare anche coloro che opprimono. Incessantemente, Paulo Freire affermava che: ÒSolo il potere che nascerà dalla debolezza degli oppressi sarà sufficientemente forte per liberare gli uni e gli altri e che gli oppressori sono 'falsamente generosi' perché hanno bisogno che l'ingiustizia perduri, affinché la loro generosità permanga!Ò. Importante é quindi che la lotta non-violenta degli oppressi si faccia, così si supererà la contraddizione in cui essi si trovano e questo superamento sarà la nascità dell'uomo nuovo: non più oppressore, non più oppresso, ma uomo che libera se stesso e concludeva con un'affermazione che fece scuola negli anni a venire: ÒNessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo: gli uomini si liberano nella comunione!Ò I suoi studi, ed in particolare il suo metodo, fecero scuola, molti stati africani e latino-americani lo utilizzarono con successo per aiutare masse sempre più consistenti di diseredati ad uscire dal buio dell'analfabetismo.

Rientrato in Brasile, Freire, persona schiva e discreta, si ritirò nel suo Pernambuco dove, povero e dimenticato da tutti, si é spento qualche mese fa. Con don Lorenzo Milani, priore di Barbiana e Ivan Illic, fu un profeta della "cultura alternativa", maestro di un metodo pedagogico che desse la "parola al popolo" e che riscoprisse le sue radici nella "cultura del silenzio", quel "silenzio" nel quale si vorrebbero ricacciare gli emarginati del Terzo Mondo, pronti magari a farli uscire per il Carnevale, le partite di calcio e per applaudire i dittatori di turno che ad ogni "golpe" promettono mari e monti per poi rimangiarsi tutto a qualche mese di distanza. Noi siamo certi che, grazie anche a persone come Paulo Freire e alla coscientizzazione che ha avviato in tante parti del mondo, questi rischi in futuro si correranno meno e che la sua magistrale lezione continuerà ancora per molto tempo. mario bandera

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Questa pagina è stata creata il 26 Giugno 1997
Ultimo aggiornamento: 26 Giugno 1997